Senza Volto

"Donna in Vestito Rosso" - Liming Wang 







Hai mai visto un Senza Volto?
A chi possiamo attribuire un identità se quest'ultima non ha un viso, una voce e forse poca forza per potersi esprimere? 

Io sono riuscita a vederlo un senza volto. All'epoca aveva un'identità, anche se tutt'oggi faccio fatica a ricordare bene i dettagli.

Io ti ho vista Senza Volto. Si, mi rivolgo direttamente a te. 
Eri poco più che una ragazzina: capelli lunghi rossi, corporatura esile e di forse due o tre spanne più alta degli altri. Ti piacevano i vestiti vintage, in un epoca in cui la vita bassa e l'attillato andavano di moda; amavi leggere e scrivere, in un mondo che non aveva occhi che per guardare programmi alla televisione; inventare bellissimi racconti da far leggere alla mamma e al papà era il tuo passatempo preferito, quando intorno a te tutto ruotava sulle serate in discoteca, il ragazzo da conquistare, i pettegolezzi da ascoltare e bere alcool sembrava la sfida della vita.
Le tue passioni morirono con la tua identità quando scopristi queste verità al liceo. Un luogo che preferivi chiamare Inferno e le classi gironi. 
Ti presentasti con nome e cognome, ma qualche mese dopo avresti preferito non averlo più o al massimo dimenticarlo. Fu allora che scegliesti di essere un Senza Volto: non sollevasti più lo sguardo sognante e speranzoso da ragazza nel fior fiore degli anni, ma lo affidasti alla protezione di un cappuccio e alla sicurezza di fronteggiare il pavimento anziché gli occhi crudeli della bestia. 
La bestia ... così chiamasti il primo personaggio che ti portò verso la strada dei senza volto: era un ragazzo alto, di quattro anni più grande di te che si permise di assegnarti un identità che non ti apparteneva: ti vedeva come un animale, un animale possente, ma comunque indegno di far parte della ristretta cerchia degli esseri umani. Perché? Beh tu pensasti fossero i vestiti, il tuo modo di pensare e di essere a regalarti quell'appellativo. 
Passarono giorni, settimane, mesi, anni. Ti convinsero sull'appartenenza più a quell'identità che al tuo nome e cognome. Eri diventata un animale e i tuoi compagni di classe erano così gentili da ricordartelo ogni giorno. Fin quando il tuo nome e cognome divennero solo un ricordo e l'identità attuale era così nauseante che scegliesti di abbandonarla per trasformarti in un Senza Volto. 
Le condizioni di vita di un Senza Volto sono piuttosto semplici: la sua identità appartiene alla bestia che l'ha rubata, il suo respiro è l'eco di un ricordo passato. Le passioni e la spensieratezza si allontanano, come la voglia di vivere e il coraggio di smettere. 

L'ho vista la bestia sai? L'ho conosciuta. Sono con lui ogni giorno e ogni giorno ti pensa. Mi sono chiesta molte volte perché, poi dopo un pò ho capito. Prova invidia. 
Se potessi vedere dove abita, forse riusciresti a capire di cosa parlo: i suoi genitori sono un incubo, lo sgridano e lo torturano in continuazione, i suoi voti sono pessimi e le sue aspirazioni nulle. Le identità imprigionate che ha con se sono tante, sai? Non puoi immaginare come sono belle rispetto alla sua vita. E' questo che fa la bestia: ruba identità perché è lui per primo a non gradire la propria.

Una sera sono riuscita ad eludere la sua sorveglianza, ho rubato la chiave della mia cella e sono scappata. Ora sono qui mentre dormi, ti sussurro all'orecchio e ti chiedo: adesso che sai la verità mi rivorresti con te?            







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Commenti

  1. Racconto oserei dire struggente quanto interessante, variante esplicativa del terribile fenomeno che tanto affligge molti giovani: il bullismo, che molto spesso è per lo più psicologico.
    "terribile" metafora quella del senza volto che esprime il disagio di un'adolescente defraudata della sua libertà psicologica di essere se stessa, ma forse migliore degli altri, e del suo bullo che le ha rubato il volto, ennesimo "vampiro" che vuol trascinare nel suo buio chi ha più luce di lui, quella luce troppo forte per non essere invidiata e strappata tramite l'insinuo di continue e violente incertezze. Questo racconto è una splendida denuncia accompagnata da sensibilissime metafore che alludono a quella che purtroppo è la realtà di una triste generazione.
    - W. Cipriano

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  2. Grazie per il tuo bellissimo commento! Lo apprezzo davvero tanto ^_^
    Si è difficile interfacciarsi con una realtà tanto triste quanto complessa ad esser compresa: oggi molti giovani ancora si calano nel ruolo della "bestia" senza rendersene conto purtroppo. Per questo toccherebbe ai genitori o perché no alle influenze esterne cercare di porvi rimedio. Magari esprimere il punto di vista dei Senza Volto potrebbe aprire loro gli occhi (si spera almeno).

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  3. Bellissimo racconto autobiografico. Una delle facciate dell'adolescenza raccontate come piccoli estratti da quello che potrebbe essere un diario di un'adolescente che si sente privata della propria essenza (il volto) ma che cerca di riaffermare comunque la propria forza caratteriale contro una bestia (l'inevitabile confronto con l'altro che ha il potere di plasmare la personalità e il carattere di una persona). Affascinante uso delle metafore.
    -D. Dicusar

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